Noduli Tiroidei

Noduli Tiroidei

Cos’è

I noduli tiroidei possono essere liquidi, solidi, singoli, multipli, più o meno consistenti, più o meno vascolarizzati, composti da tessuto che continua più o meno a svolgere la propria funzione o da tessuto non funzionante. Di diametro variabile dai pochi millimetri a più centimetri, tali noduli per lo più tondeggianti, sono la manifestazione di alterazioni strutturali e funzionali della ghiandola, anche di modesta entità. La Tiroide è una ghiandola endocrina, la cui funzione è appunto quella di produrre ormoni, il principale dei quali è la Tiroxina (T4), da immettere direttamente nel torrente circolatorio, affinché giungano in ogni tessuto od organo per svolgere la loro attività di regolazione e monitoraggio del metabolismo energetico e funzionale delle cellule.
Nell’ambito del tessuto della tiroide, posizionata nella regione anteriore-inferiore del collo e protetta da strutture cartilaginee, è frequente riscontrare con la palpazione, ma molto meglio tramite esame ecografico, la presenza di noduli.

Cause

Le cause più frequenti sono la persistenza di un’atavica, congenita, familiare carenza alimentare o funzionale dello iodio (cisti colloido-cistiche e gozzo), la risposta ad infiammazioni acute o croniche, di solito su base autoimmunitaria (tiroiditi), un’iperattività funzionale circoscritta (adenomi ipertiroidei) e molto più raramente, tumori cosiddetti differenziati (con prognosi migliore ed ad alta probabilità di guarigione) e indifferenziati (più aggressivi ma decisamente più rari).

Sintomi

Nella maggioranza dei casi, specie se non superficiali e di dimensioni ridotte, i noduli cistici sono del tutto asintomatici, ma anche quelli visibili e di dimensioni maggiori possono non manifestare alcun sintomo, salvo eventualmente da ingombro come ad esempio a causa dell’adiacenza alla trachea. Fanno eccezione i cosiddetti noduli cistici emorragici, nei quali l’immissione di sangue dai vasi della parete cistica all’interno del nodulo in seguito a stress fisico od anche psichico, inducendo un rapido e visibile incremento volumetrico del nodulo, può provocare dolore acuto e segni di compressione.

I noduli solidi, quando sono espressione di un’infiammazione cronica della ghiandola, a parte l’ingombro per la dimensione, non manifestano segni clinici se non in relazione alla patologia flogistica di base. Una tiroidite infatti, se non trattata può indurre una progressiva riduzione di produzione di Tiroxina e di conseguenza un più o meno manifesto ipotiroidismo.

Al contrario, i noduli di tessuto iperfunzionante (adenomi), spesso singoli, che producono un eccesso non richiesto di ormoni tiroidei, si manifestano con tutti i segni dell’Ipertiroidismo e vanno individuati anche quando non visibili all’esame obiettivo in quanto la cura radicale della patologia può consistere proprio nella rimozione fisica del nodulo stesso. Paradossalmente del tutto asintomatici possono rimanere per anni i noduli più insidiosi e cioè quelli di natura tumorale, perché in genere la crescita volumetrica e l’evoluzione della loro potenziale aggressività sono molto lente e prescindono totalmente dalla funzione della ghiandola.

Diagnosi

L’avvento della tecnica diagnostica dell’ecografia, specie quando associata a quella del colordoppler ha consentito di semplificare al massimo l’individuazione dei noduli tiroidei, consentendo anche di valutarne, oltre al numero ed alla differenziazione tra quelli liquidi e quelli solidi, anche localizzazione, dimensioni, consistenza, durezza ed elasticità oltre ad entità, distribuzione e caratteristiche di vascolarizzazione.
La diffusione di una pratica diagnostica molto efficace e per nulla invasiva come l’ecografia tiroidea preventiva, comunque consigliabile in particolare ai soggetti che abbiano avuto precedenti od anche solo familiarità per patologie tiroidee, è purtroppo responsabile di una gran quantità di procurati allarmi ingiustificati e forse di un eccesso di prescrizioni, ma ha anche indubbiamente il grande merito di aver garantito una vera svolta nella prognosi delle malattie tiroidee in virtù della precocità e precisione nelle diagnosi. La scintigrafia tiroidea, consiste nel valutare in quale concentrazione e dove piccole quantità di iodio radioattivo vanno a fissarsi nel tessuto tiroideo.
Lo iodio infatti è selettivamente e quasi esclusivamente captato dalla tiroide e tale esame è utilissimo per confermare, ad esempio, la natura iperfunzionante di un nodulo adenomatoso (nodulo “caldo”) e valutarne l’impatto funzionale sul resto del tessuto ghiandolare, differenziandolo dai noduli non funzionanti (noduli “freddi”). Peraltro, l’individuazione di un nodulo solido non funzionante, specie se singolo, a relativamente rapida comparsa ed accrescimento e del tutto asintomatico, deve necessariamente, per mancanza di altre possibili indicazioni sulla sua natura, essere sottoposto ad un ulteriore fondamentale accertamento. Si tratta dell’esame citologico da effettuare sui frustoli di tessuto nodulare, aspirati mediante apposita siringa sotto guida ecografica.
La FNAB (Fine Needle Aspiration Biopsy) è una pratica che in mani esperte è praticamente senza controindicazioni ed assolutamente o minimamente invasiva, a fronte della pressoché totale garanzia di diagnosi certa di positività o negatività per la presenza di un tumore del tessuto tiroideo. I citologi più specializzati sono in grado di garantire, quasi al 100%, che una diagnosi negativa per un nodulo è certa ed immodificabile, ma anche, in caso positivo, una caratterizzazione precisa e soprattutto precoce del tumore, così da consentire, nella stragrande maggioranza dei casi, una completa guarigione dopo la rimozione chirurgica della tiroide. Un ulteriore trattamento con Iodio radioattivo a dosi più elevate rispetto a quelle della scintigrafia ma non pericolose per l’organismo vista la già citata selettività sulle cellule tiroidee, potrà poi garantire la radicale eliminazione di eventuali residui di tessuto.
È evidente che la funzione tiroidea, in assenza della ghiandola, dovrà poi essere mutuata da una somministrazione dall’esterno di ormone, ma la Tiroxina sintetica, chimicamente identica a quella naturale, è con estrema facilità, come e noto, assumibile ed assimilabile per via orale.

Cure e Trattamenti

A parte comunque la gestione dei casi di tumori e degli adenomi, che richiede in ogni caso specifica ed elevata professionalità, oltre che una buona dose di esperienza, la gran parte dei noduli tiroidei può essere semplicemente monitorata anche senza alcun trattamento, ovvero seguita tramite controlli periodici che coincidano col monitoraggio del trattamento della eventuale riconosciuta alterazione funzionale di base quali appunto il gozzo mono o policistico, l’ipotiroidismo e le tiroiditi acute o croniche.

I noduli tiroidei possono celare rischi sottostimati ma anche essere motivo di allarmi ingiustificati. In entrambi i casi, in mani esperte, possono essere gestiti correttamente con successo.